27 febbraio 2016 - Sul ddl Cirinna sulle unioni civili

L'impronta matrimoniale delle unioni civili

Unione Giuristi Cattolici Italiani

Unione Locale di Piacenza

 COMUNICATO STAMPA

 Il maxi emendamento approvato nei giorni scorsi dal Senato in tema di unioni civili ricalca fedelmente l’impianto ed i contenuti del DDL Cirinnà, applicando alle unioni tra persone dello stesso sesso, con alcune eccezioni, la disciplina del matrimonio ed introducendo quindi, di fatto, in Italia il matrimonio omosessuale. Lo stralcio della disposizione sulla c.d. step-child adoption lascia il campo libero alla magistratura che, di fatto, già da tempo la autorizza, anche quando conseguente a pratiche di utero in affitto, punite in Italia come reato, se eseguite all’estero, in Paesi che la consentono. La mancata previsione, per le unioni civili, dell’obbligo di fedeltà, uno degli obblighi scaturenti, per i coniugi, dal matrimonio, non vale ad escludere il regime pienamente matrimoniale introdotto per le coppie dello stesso sesso, con una disciplina del tutto analoga e sovrapponibile a quella del matrimonio riguardo al rito, da celebrarsi davanti all’ufficiale dello stato civile in presenza di testimoni; agli impedimenti; al regime patrimoniale e delle convenzioni patrimoniali della famiglia; alla scelta del cognome; alle nullità; alla separazione ed al divorzio; al regime successorio e pensionistico; alla equiparazione dello stato di coniuge a quello di contraente della unione civile, ovunque laddove previsto nella legislazione. Espunto testo il richiamo all’art. 147 cod. civ. in tema di doveri verso i figli, è in preparazione un disegno di legge in tema di riforma delle adozioni, al quale sarà riservata una corsia preferenziale. Le unioni civili vengono quindi ad occupare, abusivamente, il campo che l’art. 29 della Costituzione riserva alla famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, in contrasto con quanto enunciato dalla Corte Costituzionale, da ultimo nelle sentenze n. 138/2010 e n. 170/2014. Il richiamo, contenuto nella legge, agli art. 2 e 3 Cost. non vale, infatti, ad escludere tale conseguenza, poiché la sostanza della disciplina introdotta prevale sulla forma e sul nomen ad essa attribuito. Il testo legislativo approvato, privo di copertura finanziaria in quanto sconosciuto il target dei suoi destinatari, e senza tenere conto degli sviluppi cui prelude in tema di adozioni gay ed omogenitorialità, è quindi palesemente incostituzionale. Lo stesso introduce, comunque, nell’ordinamento giuridico elementi gravemente contraddittori e confusivi, sotto il profilo sia giuridico che del linguaggio, che rielabora artificiosamente assieme alla realtà che esso vuole rappresentare. L’esclusione dell’obbligo di fedeltà per gli unioncivilisti (cui fa pendant la presentazione di un disegno di legge per analoga riforma del matrimonio etero), istituzionalizza, contro ogni più elementare nozione di logica, il diritto di non rispettare i patti, principio di caotica barbarie. Matrimonio e famiglia, fondamento ed elemento base di coesione della società, già distrutti da leggi e sentenze, perdono così, da un punto di vista civilistico, interna coerenza ed ogni significato sociale, antropologico e giuridico, assieme alla loro forza attrattiva, come scopo e vocazione di una intera vita per le giovani generazioni.

Piacenza, 27 febbraio 2016.

UNIONE GIURISTI CATTOLICI DI PIACENZA

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