Giubileo della Cattedrale

In un sobrio incontro tenutosi presso la Curia Vescovile nella mattinata odierna, giorno della memoria della Dedicazione della Cattedrale piacentina alla Assunta (avvenuta venerdì 14 ottobre 1132), al termine dell’Anno Giubilare indetto dalla Chiesa Piacentina per i 900 anni della Cattedrale, i Giuristi Cattolici di Piacenza hanno consegnato al Vescovo Mons. Cevolotto un testo, redatto dal Vice Presidente della UGCI Piacenza Avv. Manuel Sartori, dal titolo “La Dedicazione alla Assunta della Cattedrale di Piacenza”. Ricordando che il dogma della Assunzione di Maria in Cielo fu proclamato da Papa Pio XII il 1° novembre 1950, i giuristi cattolici piacentini hanno così voluto offrire, come contributo al Giubileo della Cattedrale, quella parte della storia, ripercorsa da Manuel Sartori, della nostra chiesa locale che si riferisce al simbolico affidamento a Maria Assunta in Cielo, con la Cattedrale, di tutta la chiesa piacentina. La pubblicazione, stampata su pergamena, consta di ventidue facciate, ed è preceduta dalla presentazione del Presidente UGCI Avv. Livio Podrecca e dalla prefazione dell’Assistente Spirituale Don Andrea Campisi. La copertina è in pelle e reca sul frontespizio una icona di Maria con il Bambino ed il logo della UGCI, entrambe in argento. Nello scritto, ricordando le apparizioni di Amsterdam del 1951, i giuristi cattolici chiedono che la Diocesi di Piacenza valuti, anche in vista del Giubileo Straordinario della Redenzione del 2033, se farsi promotrice della richiesta di proclamazione del quinto ed ultimo dogma mariano, controverso nella Chiesa, di Maria Corredentrice. All’incontro erano presenti, con il Vescovo, il Presidente UGCI Avv. Podrecca, il consigliere Avv. Alfonso D’Antuono e l’Assistente Spirituale Don Andrea Campisi. Assente, purtroppo, l’Autore Avv. Sartori, in quarantena da Covid. Il volumetto è stato confezionato in copia unica come gli antichi codici medievali. Il testo sarà oggetto di una prossima pubblicazione che la UGCI di Piacenza si impegna ad offire alla Diocesi ed alla Città

Manuel Sartori - La Dedicazione alla Assunta della Cattedrale di Piacenza

L’Unione Giuristi Cattolici di Piacenza alla Diocesi in occasione dei 900 anni della Cattedrale

PRESENTAZIONE

A S.E. il Vescovo di Piacenza

Eccellenza Rev.ma, caro Mons. Cevolotto,

al termine dell’anno giubilare dedicato ai novecento anni della nostra Cattedrale, i Giuristi Cattolici di Piacenza desiderano offrire un piccolo segno della loro partecipazione a questo importante evento. E’ così nato, dal paziente lavoro di ricerca di Manuel Sartori, il testo che qui, Suo tramite, doniamo alla Diocesi di Piacenza, sulla dedicazione della Cattedrale a Santa Maria Assunta in Cielo.

Con una solenne celebrazione, tenuta presso la chiesa del Monastero delle Suore Carmelitane di Piacenza e presieduta dal suo assistente Spirituale Don Andrea Campisi, l’8 dicembre 2019 la Unione Locale di Piacenza della UGCI si è consacrata al Cuore Immacolato di Maria. E’ forse da qui che nasce la particolare devozione alla Santa Vergine, e la attenzione alla sua presenza ed azione nella Chiesa.

 L’evento della dedicazione di una chiesa ha, nella liturgia cattolica romana, grande rilievo, come testimoniano le Feste della Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo. E se la Cattedrale esprime il primato della Sede Episcopale, la sua dedicazione alla Assunta imprime in essa in primo luogo il segno della Maternità di Maria, Madre della Chiesa, Sede della Sapienza, e del suo potere generativo, nel Battesimo, in forza della Azione dello Spirito Santo, di Figli di Dio.

Ma la dedicazione della nostra Cattedrale alla Assunta conferisce all’opera umana, che così bene è stata indagata e descritta in tutto questo tempo giubilare, una dimensione trascendente, proiettata alla Eternità in cui la Divina Madre è stata corporalmente assunta, unica tra i nati di donna, accanto al Suo Divino Figlio.

Crediamo che queste peculiarità della figura e del ruolo della Santa Vergine nella economia della Salvezza, e la sua partecipazione morale al sacrificio del Figlio ed alla successiva Resurrezione, giustifichino la proclamazione, quale dogma, di Maria, Signora di tutti i Popoli, come Corredentrice, come la stessa Santa Vergine ha chiesto in occasione delle apparizioni di Amsterdam il 1° aprile 1951.

Come Giuristi Cattolici, e come fedeli, guardando al prossimo Gubileo Straordinario della Redenzione, ci associamo alla richiesta della Vergine Maria, e confidiamo che la nostra Diocesi possa fare anche suo questo proposito.

Confidiamo che questo piccolo lavoro possa rendere onore a Maria Santissima ed alla Chiesa piacentina.

Con filiale devozione.

 Piacenza, 14 ottobre 2022.

 Livio Podrecca – Presidente UGCI Piacenza

 

PREFAZIONE

La Vergine Maria, Madre di Dio, Assunta in Cielo è “segno di sicura speranza e consolazione per il popolo pellegrino sulla terra”: così recita il prefazio della Solennità della Assunzione di Maria.

Sono passati novecento anni da quando sono iniziati i lavori di costruzione della Cattedrale dedicata proprio alla Assunzione della Madre di Dio.

In questi nove secoli la Chiesa piacentina non ha smesso di camminare: il popolo pellegrino sulla terra ha tenuto fisso lo sguardo verso la Patria Celeste.

Ogni generazione di cristiani deve nuovamente intraprendere il cammino della fede che ha la sua origine nell’ascolto della buona notizia del Vangelo.

Esso è giunto a noi attraverso tanti testimoni che ci hanno preceduto.

Questo contributo che l’Unione Giuristi Cattolici ha voluto offrire alla nostra Diocesi ci aiuta a riscoprire le radici della nostra fede, perché il nostro cammino sia sempre orientato alla méta della nostra speranza.

 Piacenza, 14 ottobre 2022.

 Sac. Don Andrea Campisi

Assistenze Spirituale UGCI Piacenza


CAPITOLO PRIMO

 

LA COSTITUZIONE APOSTOLICA  “MUNIFICENTISSIMUS DEUS” – LA GLORIFICAZIONE DI MARIA CON L’ASSUNZIONE IN CIELO IN ANIMA E CORPO

 

 

“Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.

Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.

Affinché poi questa Nostra definizione dell'assunzione corporea di Maria vergine al cielo sia portata a conoscenza della chiesa universale, abbiamo voluto che stesse a perpetua memoria questa Nostra lettera apostolica; comandando che alle sue copie o esemplari anche stampati, sottoscritti dalla mano di qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di qualche persona costituita in dignità ecclesiastica, si presti assolutamente da tutti la stessa fede; che si presterebbe alla presente, se fosse esibita o mostrata.

A nessuno dunque sia lecito infrangere questa Nostra dichiarazione, proclamazione e definizione, o ad essa opporsi e contravvenire. Se alcuno invece ardisse di tentarlo, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli Pietro e Paolo”.

 

Così Pio XII, nella Costituzione Apostolica “Munificentissimus Deus” datata 1° novembre 1950, nel corso dell’Anno Santo, definì e sancì il dogma dell’Assunzione al Cielo di Maria SS. in anima e corpo.

Non si trattava certo di una sorpresa, per più di una ragione.

Innanzitutto, lo stesso Pontefice ricordava di avere avviato e portato a termine, sul dogma in questione, un percorso di ascolto, oggi diremmo “sinodale”, dei Vescovi , finalizzato a raccogliere e a recepire le loro istanze.

“Il 1° maggio 1946 indirizzammo loro la lettera enciclica Deiparae Virginis Mariae, in cui chiedevamo: «Se voi, venerabili fratelli, nella vostra esimia sapienza e prudenza ritenete che l'assunzione corporea della beatissima Vergine si possa proporre e definire come dogma di fede, e se col vostro clero e il vostro popolo lo desiderate». E coloro che «lo Spirito Santo ha costituito vescovi per pascere la chiesa di Dio» (At 20, 28) hanno dato all'una e all'altra domanda una risposta pressoché unanimemente affermativa. Questo «singolare consenso, dell'episcopato cattolico e dei fedeli», nel ritenere definibile, come dogma di fede, l'assunzione corporea al cielo della Madre di Dio, presentandoci il concorde insegnamento del magistero ordinario della chiesa e la fede concorde del popolo cristiano, da esso sostenuta e diretta, da se stesso manifesta in modo certo e infallibile che tale privilegio è verità rivelata da Dio e contenuta in quel divino deposito che Cristo affidò alla sua Sposa, perché lo custodisse fedelmente e infallibilmente lo dichiarasse. Il magistero della chiesa, non certo per industria puramente umana, ma per l'assistenza dello Spirito di verità (cf. Gv 14, 26), e perciò infallibilmente, adempie il suo mandato di conservare perennemente pure e integre le verità rivelate, e le trasmette senza contaminazione, senza aggiunte, senza diminuzioni”.

L’esito di tale consultazione fu con evidenza unanimemente favorevole.

“Pertanto dal consenso universale di un magistero ordinario della chiesa si trae un argomento certo e sicuro per affermare che l'assunzione corporea della beata vergine Maria al cielo, la quale, quanto alla celeste glorificazione del corpo virgineo dell'augusta Madre di Dio, non poteva essere conosciuta da nessuna facoltà umana con le sole sue forze naturali è verità da Dio rivelata, e perciò tutti i figli della chiesa debbono crederla con fermezza e fedeltà”.

Non si trattò però di un’iniziativa partita “dall’alto”.

Pio XII brevemente ricorda come l’Assunzione al Cielo della Vergine Maria fosse patrimonio comune ai fedeli cristiani nel corso dei secoli.

 

“Di questa fede comune della chiesa si ebbero fin dall'antichità lungo il corso dei secoli varie testimonianze, indizi e vestigia; anzi tale fede si andò manifestando sempre più chiaramente.

I fedeli, guidati e istruiti dai loro pastori, appresero bensì dalla s. Scrittura che la vergine Maria, durante il suo terreno pellegrinaggio, menò una vita piena di preoccupazioni, angustie e dolori; inoltre che si avverò ciò che il santo vecchio Simeone aveva predetto, perché un'acutissima spada le trapassò il cuore ai piedi della croce del suo divino Figlio, nostro Redentore. Parimenti non trovarono difficoltà nell'ammettere che Maria sia morta, come già il suo Unigenito. Ma ciò non impedì loro di credere e professare apertamente che non fu soggetto alla corruzione del sepolcro il suo sacro corpo e che non fu ridotto in putredine e in cenere l'augusto tabernacolo del Verbo divino. Anzi, illuminati dalla divina grazia e spinti dall'amore verso colei che è Madre di Dio e Madre nostra dolcissima, hanno contemplato in luce sempre più chiara l'armonia meravigliosa dei privilegi che il provvidentissimo Iddio ha elargito all'alma Socia del nostro Redentore, e che hanno raggiunto un tale altissimo vertice, quale da nessun essere creato, eccettuata la natura umana di Cristo, è stato mai raggiunto”.

Un passaggio estremamente significativo della costituzione apostolica mostrava come nei secoli della cristianità la glorificazione di Maria nella sua assunzione, anche corporea, fosse talmente radicata nel senso religioso dei credenti da suscitare non solo forme di specifica devozione, ma anche e soprattutto la dedicazione di Cattedrali e Chiese.

“Questa stessa fede attestano chiaramente quegli innumerevoli templi dedicati a Dio in onore di Maria vergine assunta al cielo, e le sacre immagini ivi esposte alla venerazione dei fedeli, le quali pongono dinanzi agli occhi di tutti questo singolare trionfo della beata Vergine. Inoltre città, diocesi e regioni furono poste sotto la speciale tutela e patrocinio della Vergine assunta in cielo; parimenti con l'approvazione della chiesa sono sorti Istituti religiosi che prendono nome da tale privilegio. Né va dimenticato che nel rosario mariano, la cui recita è tanto raccomandata da questa sede apostolica, viene proposto alla pia meditazione un mistero che, come tutti sanno, tratta dell'assunzione della beatissima Vergine”.

Non solo, ma sia la celebrazione di “una solenne festa liturgica”, “sia in Oriente che in Occidente”, che lo stesso linguaggio, così indicativo, della liturgia, con chiari riferimenti alla “risurrezione e glorificazione del corpo della Vergine, come di verità conosciuta e accettata da tutti i fedeli” fece sì che il Papa ritenesse giusto essere arrivato il momento di ratificarla con la sua suprema autorità.

Se già Adriano I, nel Sacramentario inviato all’Imperatore Carlo Magno, scriveva: «Degna di venerazione è per noi, o Signore, la festività di questo giorno, in cui la santa Madre di Dio subì la morte temporale, ma non poté essere umiliata dai vincoli della morte colei che generò il tuo Figlio, nostro Signore, incarnato da lei», capiamo quanto antica fosse la convinzione, quanto antica fosse questa fede.

Più Padri della Chiesa del resto apertamente e concordemente sostenevano questa posizione, basti pensare alla dottrina di S. Giovanni Damasceno, e tale insegnamento fu ripreso dai teologi della scolastica (Amedeo di Losanna, S. Alberto Magno, sino a S. Bernardino da Siena) e dallo stesso S. Antonio da Padova, che, in occasione di una festività dell’Assunzione, affermò solennemente: “Con ciò si ha chiaramente che la beata Vergine è stata assunta col corpo, in cui fu il luogo dei piedi del Signore”.

Non è quindi casuale che sin dai primi secoli del Medioevo nel cuore dei fedeli sorgesse spontanea a fortissima la volontà di dedicare le Chiese madri delle risorgenti città, quelle che sarebbero poi state chiamate Cattedrali, alla SS. Vergine Assunta: tra le Chiese dedicate all’Assunta - se ne contano complessivamente almeno 680 – le Cattedrali italiane che si possono agevolmente ricordare – in rigoroso ordine alfabetico – sono le Cattedrali di Andria, Aosta, Asti, Avellino, Bobbio, Bolzano, Brescia, Bressanone, Cagliari, Capua, Chioggia, Cividale, Como, Cosenza, Crema, Cremona, Crotone, Foggia, Frosinone, Ivrea, Lecce, Lodi, Messina, Modena, Napoli, Novara, Oristano, Orvieto, Padova, Palermo, Parma, Pesaro, Piacenza, Pisa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Saluzzo, Savona, Siena, Spoleto, Teramo, Terni, Thiene, Tortona, Urbino, Vittorio Veneto.

Una tale proliferazione di dedicazioni alla SS. Vergine Assunta non lascia veramente indifferenti.

Ma cosa sappiamo della dedicazione della Cattedrale di Piacenza?

Vediamo nel prossimo capitolo più in dettaglio quanto riguarda da vicino la nostra Chiesa madre.

 

CAPITOLO SECONDO

 

LA CATTEDRALE DI PIACENZA E LA DEDICAZIONE ALLA VERGINE ASSUNTA IN CIELO

 

Anche nel territorio della Diocesi di Piacenza la devozione all’Assunta ha una lunghissima storia.

E’ attestato, e lo ricordano sia il Campi che, in tempi molto più recenti, Mons. Ersilio Tonini in un efficace articolo sul tema pubblicato da “Il Nuovo Giornale” in occasione della proclamazione del dogma, come già nel quarto secolo – e il Cristianesimo non era ancora religione di Stato dell’Impero Romano! – si celebrasse nelle nostre Chiese piacentine la liturgia della “Dormizione” della S. Vergine, importata dalla partis orientis dell’Impero.

Le prime Chiese dedicate all’Assunta risalirebbero, pur con tutte le cautele del caso, al quinto secolo, mentre nel periodo storico immediatamente successivo, il Basso Medioevo, la devozione fu ulteriormente diffusa tra i fedeli, anche per il tramite dei monaci bobbiesi.

I piacentini, al tempo della costruzione dell’attuale Cattedrale, erano quindi già vivamente impregnati di questa convinta fede, tanto da dedicare – lo ricordano le stesse fonti già più sopra citate – la nuova erigenda Chiesa madre proprio all’Assunta, sentendo la stessa urgenza avvertita anche in altre Diocesi limitrofe (Parma, Reggio Emilia, Modena, Cremona).

Non solo, ma accanto alla Cattedrale, altre trentadue Chiese furono in epoca medioevale o tardomedioevale dedicate alla Vergine Assunta, dislocate tra l’altro sia nelle Valli del Trebbia e del Nure, che nel territorio bardigiano e borgotarese.

E’ particolarmente suggestivo il resoconto dell’Historia Ecclesiastica relativo all’anno 1122, che si riporta di seguito in originale, anche per apprezzarne la concretezza e la genuina passione dei passaggi:

Nel Ventidue, entrato il mese di giugno, hebbe principio la sontuosa fabrica, che a nostri dì veggiamo, del nobilissimo Tempio rinomato allhora del Duomo di Piacenza, se stare si dee al sentimento dè due versi, che seguono, intagliati in pietra nella facciata di esso; cioè sopra la porta picciola a lato sinistro della maggiore, riguardante la piazza presso Ponente: CENTUM VICENI DUO XPI MILLE FUERE ANNI. CUM CEPTUM FUIT HOC LAUDABILE TEMPLUM[1].

Concorrendo in ciò non solo la Città in generale, ma li Collegi ancora, e i Paratici di ciascheduna Arte: emulando santamente i nostri in opera sì pia i due vicini popoli delle Città di Parma, e di Cremona, che non molto tempo innanzi le loro nuove Basiliche Catedrali edificate havevano; si portarono in ciò di maniera, che a gli uni e a gli altri di quelli, secondo il commun parere dè giudiciosi, rimasero superiori i Piacentini così nell’inventione, come nella magnificenza della struttura”.

Potrebbe sembrare incredibile, ma pare verosimile (anche in considerazione della importanza che la nostra città aveva ai tempi), che lo stesso Papa Callisto II (il medesimo che nei libri di storia viene ricordato per il famoso Concordato di Worms) si sia recato a Piacenza, domenica 14 ottobre 1123 – giorno dedicato alla memoria di San Callisto Papa e Martire - per la solenne dedicazione della nostra Cattedrale, alla presenza dell’allora Vescovo Arduino: “Io anzi che no – il Campi così si spinge ad affermare – risolvo di attenermi alla traditione seguitata fin’hora dà nostri antepassati, e conseguentemente di credere, che non tutti i viaggi, si come né tutte le attioni, di quello buon Pontefice si sieno dà Scrittori annotati, over saputi; e che perciò egli venuto a Piacenza nel Ventitre, in giorno di Domenica a’14 di Ottobre solennemente la Chiesa nostra dedicasse”.

Ma se sulla visita e soprattutto sulla consacrazione da parte di Papa Callisto permane qualche incertezza, nessun dubbio vi è sul fatto che sin da quell’anno il “titolo della Cattedrale di Piacenza” fosse all’”Assunta Nostra Signora”: “Evvi chi piamente osservò (come Padre d’isquisita bontà, di gran dottrina, e di somma erudizione) haver’i Piacentini altrevolte per publico Statuto loro ordinato, che il solennissimo giorno dell’Assunta di Nostra Signora, titolo della predetta Cattedrale di Piacenza, celebrar si dovesse ogn’anno con ogni maggior veneratione in salute del popolo d’essa Città, e in suffragio ancora particolare di tutte l’anime dè loro defunti”.

Si capisce ora molto bene quale base storica abbia a Piacenza la devozione alla Vergine Assunta, e si comprende ancor meglio come, al tempo della proclamazione del dogma, proprio la Chiesa piacentina fosse una delle più attive nell’esprimere la propria supplica affinchè l’Assunzione di Maria SS. fosse solennemente e dogmaticamente definita.

Nella “Supplicatio Ecclesiae Placentinae circa definitionem Assumptionis B. Mariae Virginis in Coelum”, indirizzata al Sommo Pontefice Pio XII in risposta all’invito rivolto dal Santo Padre il 1° maggio 1946, si legge testualmente: “Beatissime Pater, Tua ad Nos rogationem de sensu Nostro circa Definitionem corporalis Assumptionis B.V. Mariae in coelum, pergrate accepimus. In Diocesi Nostra Placentina fides Assumptionis B. Virginis traditiones continuas, solemnes celebritates miraque Artis Christianae monumenta testes habet.


Ecclesia Nostra Cathedralis, insigne saeculi XII opus, aliaeque multae in Dioecesis Ecclesiae, antiquitate et numero mutandae, Assumptae in Coelum V. Mariae sunt dicatae”[2].


CAPITOLO TERZO

 

LA PROCLAMAZIONE DEL DOGMA DELL’ASSUNTA

E LA DIOCESI DI PIACENZA: CELEBRAZIONI ED INIZIATIVE

 

30 marzo – 1 aprile 1951: la Diocesi di Piacenza viveva il suo Congresso Mariano, indetto nel dicembre 1950 al fine di “solennizzare degnamente la proclamazione del Dogma dell’Assunta avvenuta il 1° novembre a Roma per bocca di Pio XII”, come progettato dal Vescovo di Piacenza in una comunicazione del 10 novembre 1950 indirizzata agli “Ill.mi e Rev.mi Monsignori Prevosto, Canonici e Capitolo della Cattedrale”.

Un Comitato appositamente costituito – composto peraltro non solo di ecclesiastici - aveva organizzato in concreto l’evento: i suoi componenti erano Mons. Giacomo Ferrari, al tempo Vicario Generale, Mons. Francesco Castagnetti, Mons. Enrico Tassi (del Capitolo della Cattedrale), Mons. Ugo Civardi, Mons. Guido Tammi (Cancellerie della Curia Vescovile), M.R.D. Paolo Veneziani, Mons. Giuseppe Emanuelli, Mons. Agostino Pallaroni (Rettore del Seminario Urbano), Mons. Giulio Biggi (Rettore del Seminario di Bedonia), D. Angelo Agazzi (Parroco della Cattedrale), M.R.D. Ersilio Tonini (Direttore del Nuovo Giornale), Dott. Giuseppe Berti, Dott. Amedeo Rossi, 10 assistenti dei Consigli di Zona, nonché i Presidenti e gli Assistenti dei quattro rami dell’Azione Cattolica. 

La prima pagina de “Il Nuovo Giornale di Piacenza” del 30 marzo 1951 annunciava in dettaglio il programma delle celebrazioni, introdotto il martedì 27 marzo da circa 3500 bambini, confluiti da ogni parte della Diocesi e convenuti in Duomo per un incontro di omaggi, preghiere e canti.

L’organizzazione dell’evento vedeva il venerdì 30 marzo la “Giornata del Clero secolare e regolare”, il successivo sabato 31 la “Giornata delle Religiose”  e infine domenica 1 aprile – Festa della Madonna del Popolo - il culmine del Congresso con la seguente articolazione: una S. Messa celebrata ogni mezz’ora, a partire dalle ore 05,30 e fino alle 12,00; Solenne Messa Pontificale alle ore 11,00, presieduta da S.E. Mons. Ersilio Menzani, Arcivescovo.

La statua dell’Assunta venne portata in solenne processione sino in Piazza Duomo e al termine del Congresso fu impartita altrettanto solenne benedizione eucaristica.

Il Congresso prevedeva, accanto alle celebrazioni liturgiche, anche momenti di riunione e formazione, che coinvolsero, oltre ai sacerdoti ed ai religiosi, anche gruppi numerosi di laici, suddivisi in Sezioni, così denominate: Sezione Donne (riunite in S. Vincenzo), Sezione Gioventù (riunita in S. Pietro), Sezione Uomini (riuniti nella Chiesa del Sacro Cuore), Sezione Giovani (in S. Savino).

Il coinvolgimento dei fedeli della Diocesi di Piacenza fu quindi decisamente ampio e manifestò, se ancora ce ne fosse il bisogno, quanto fosse sentita la devozione per la Vergine Assunta nel nostro territorio.

“Il Nuovo Giornale” della settimana successiva al Congresso, pubblicato il 6 aprile 1951, titolava “Tutta la diocesi attorno alla Madonna Assunta – ventimila piacentini hanno sfilato per le vie della città in devota processione” e richiamava la grande giornata del 1° novembre dell’anno precedente, quando, in occasione della proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria Vergine da parte di Papa Pio XII, erano confluiti in Piazza San Pietro fedeli in gran numero.

La cronaca della giornata appare veramente suggestiva: “Piacenza ha rivissuto tale giornata in un tripudio di sole primaverile che sembrava apparso nel cielo di domenica quasi a carezzare ad un tempo la Statua bronzea della Madre, alta sulla sua marmorea colonna di Piazza Duomo ed i ventimila figli accorsi da tutte le parti della Diocesi. Sono venuti da tutte le Parrocchie della città, dalle borgate della campagna, dai più modesti paeselli delle nostre vallate, dagli sperduti casolari dei nostri monti”.

Particolarmente significative sono le parole che commentavano la riunione dei giovani, tenutasi nella mattinata del 1° aprile in S. Pietro: “Che bella però una Chiesa piena di giovani! Mai c’era apparsa così splendente S. Pietro come domenica, quando, entrando vi trovammo tanta forte giovinezza ieraticamente composta a cogliere dalla bocca di Don Carlo Gnocchi, il fondatore dell’Opera Nazionale “Pro Infanzia Mutilata”, la Calda parola inneggiante le glorie Mariane. Sua E. Mons. Umberto Malchiodi presiedeva l’imponente riunione di giovani”.

Una folla strabocchevole partecipava quindi nella stessa mattinata, alle ore 11,00, in Piazza del Duomo, al “Solenne Pontificale”, presieduto da S.E. Mons. Ersilio Menzani, “dall’alto candido trono”.

Al termine della celebrazione solenne, Mons. Menzani impartiva ai fedeli la benedizione papale con indulgenza plenaria.

Attorno alle 14,30 dello stesso pomeriggio, il Congresso si chiudeva con un’imponente processione, che si snodava appunto dalla Cattedrale verso le vie cittadine al canto di inni mariani. Le vie della città apparivano addobbate a festa e la statua dell’Assunta veniva portata “in trionfo” per essere poi esposta “sul balcone del Palazzo Vescovile”.

Nella stessa occasione, veniva inaugurata da Mons. Menzani la colonna dell’Immacolata della Piazza ora restaurata e tutta adorna di fiori: il Vescovo, visibilmente emozionato, ricordò anche il sacrificio degli operai delle fabbriche piacentine, che avevano offerto per i restauri la somma, a quel tempo consistente, di cinquantamila lire.

In serata, i piacentini vissero un altro momento emozionante, assistendo all’illuminazione della facciata del Duomo e del Palazzo Vescovile, perfettamente riuscita, e recandosi quindi un’altra volta in Cattedrale per una preghiera a conclusione di una giornata veramente memorabile.

 

CAPITOLO QUARTO

 

L’ASSUNZIONE E L’AZIONE MATERNA DI MARIA

 

Lo stretto legame tra l’Assunzione al Cielo di Maria SS. e la sua azione materna è illustrato nella Lettera Pastorale pubblicata dal Vescovo di Piacenza – e disponibile nel Bollettino Ufficiale della Diocesi - in occasione della Quaresima del 1951, intesa anche quale tempo di proficua preparazione alla Pasqua ed alla Festa della Madonna del Popolo del 1° aprile 1951.

Si ritiene importante terminare questo breve ricordo con alcune parole desunte dal citato documento, che possono illuminare anche noi, credenti del terzo millennio, e farci prefigurare un auspicabile ritorno a una devozione mariana più intensa e a una comprensione più piena dell’azione di Maria nella redenzione dell’intera umanità.

Maria SS. – afferma il Vescovo – “fu intimamente associata a Nostro Signore nell’opera della salvezza del mondo”, “fino a condividere con Cristo nel modo più sublime concesso ad umana creatura, la gloria del Cielo”.

Ancora: “Come Essa fu associata a Nostro Signore nella salvezza del mondo; così è associata a Lui nel salvare ogni generazione cristiana, anzi ogni anima”.

Maria “si è acquistata questa maternità cooperando con un immenso dolore del suo Cuore alla passione di Cristo …. Collo sguardo fisso in Dio e nella sua santà volontà la Madonna agisce sopra di noi ….. allontanando i pericoli per l’anima nostra e per il corpo, disponendo la nostra intelligenza a comprendere e la nostra volontà ad agire, procurandoci facili occasioni di tornare a Dio, confortandoci nelle pene, parlando, come Essa sola sa, ai nostri cuori”.

Il Vescovo, tornando quindi alla proclamazione del Dogma dell’Assunzione da parte di Papa Pio XII, afferma: “Il 1° novembre il mondo intero esultò di una gioia santa mentre il Sommo Pontefice proclamava come dogma di fede l’Assunzione al Cielo di Maria SS. in anima e corpo. Tutti elevammo il nostro pensiero al Cielo in quella grande ora e spingemmo lassù il nostro sguardo come se sperassimo di poter vedere la Madonna mentre il Cielo e la terra si univano per cantare le sue glorie, E la vedemmo la Vergine Santa, non con gli occhi del Corpo, ma con quelli della fede, sorridere benevolmente agli Angeli e ai Santi, e guardare maternamente a noi, gementi e piangenti in questa valle di lagrime. Ci parve che quella sua grande festa fosse una promessa di pace e di salvezza per questa povera travagliata umanità”.

E se anche oggi, per risollevare “questa povera travagliata umanità”, magari pensando ad un altro Giubileo, quello, ormai prossimo, del 2025, o ancora a quello della Redenzione, del 2033, non così lontano, fosse necessario gettarsi tra le braccia di Maria, invocandola non solo quale aiuto dei cristiani, ma quale corredentrice dell’umanità?

 

[1] “Era il 1122 dopo Cristo quando fu iniziato questo tempio degno di lode”.

[2] “Beatissimo Padre, abbiamo ricevuto con grande piacere la Tua richiesta a Noi rivolta sul Nostro sentire riguardo alla Definizione dell'Assunzione corporale in cielo della Beata Vergine Maria. Nella Nostra Diocesi Piacentina la fede nell'Assunzione della Beata Vergine è testimoniata da tradizioni ininterrotte, da solenni celebrazioni e da mirabili prodotti di Arte Cristiana. La Nostra Chiesa Cattedrale, insigne opera del XII secolo, e molte altre Chiese nella Diocesi, di varia antichità e numero, sono dedicate alla Vergine Maria Assunta in Cielo”