Intervento del Dott. Emilio Quaranta *

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia

                                     VENERDÌ SANTO 18/04/03

 PIACENZA 17/05/03

 “I figli di coppie separate o divorziate nella esperienza dei Tribunali minorili civili e penali”

 § 1– Grazie per l’invito e per restare nei tempi entro subito “in medias res”.

Quando si parla di questi problemi, a livello istituzionale, sembra quasi inevitabile la retorica. In pratica si oscilla tra un catastrofismo pessimistico ed un roseo ottimismo.

Occorre invece capire quale sia il tono da utilizzare in una realtà così complessa e mutevole, quale quella attuale, così variegata e “colorata”  (si parla ormai da noi di “melting pot”).

I bambini sono delle spugne: assorbono gli stimoli esterni, le voci, i suoni, gli esempi...

Oggi parliamo dovunque e comunque di “crisi della infanzia e della adolescenza”: nelle famiglie, nelle tavole rotonde, più o meno televisive, nei dibattiti, nei negozi. A mio avviso – e vorrei tanto sbagliarmi – oggi c’è essenzialmente una crisi DEGLI ADULTI e del loro RUOLO.

La proposta di abbassare la soglia della punibilità (al di sotto degli attuali 14 anni) è pericolosa e IPOCRITA: Significa ribaltare la responsabilità di NOI ADULTI sui bambini (e che cosa è un dodicenne, anche se cellular-munito, play-station fan, preda di PRADA?).

I bambini sono CRETA, siamo NOI che li MODELLIAMO, li PLASMIAMO, li FORMIAMO.

Tocca a noi cioè chiedersi che cosa vogliono farne. In positivo NATURALMENTE, troppo facile deporre le armi, non agire, trincerarsi nel NON FARE. È un problema di RESPONSABILITÀ!

E noi spesso abbiamo ABDICATO, ABDICHIAMO!

Occorre invece prendere atto di questa REALTÀ, per ricostruire, faticosamente, ma con fiducia, un tessuto, una texture, un progetto.

Occorre una forte inversione di tendenza che muti il messaggio che pervade la nostra società, società che non è un termine astratto, perché se Madame Bovary c’est moi, la società siamo NOI!

Pensiamo, prima di passare allo specifico, ai messaggi che bombordano i nostri giovani e che noi abbiamo contribuito a CREARE.

Aggressività: (allo stadio – nella contesa politica – della scuola): nel linguaggio e non solo!

Sesso: il consumismo fine a se stesso, fonte perenne di infelicità insoddisfatta, usa i giovani attraverso il corso ed i sensi!

Depressione: INCOERENZA: virtù predicate e non praticate, gridate e non vissute nel silenzio della pratica quotidiana.

Indifferenza: Chi si emoziona più con gli adolescenti, per ciò che loro fanno e vivono?

I ragazzi vorrebbero essere coinvolti, specie in momenti come questi di FORTE INCERTEZZA PER IL FUTURO!

Chi insegna più che la vita non è tutta rose e fiori, spot pubblicitario, è difficile, è dura, ma va vissuta con impegno pensoso.

§ 2- Da questi dati sociologici, a flash, deriva la CRISI PROFONDA DELLA FAMIGLIA – Società–cellula che per decenni ha navigato in acque procellose, tra ideologie che ne profetizzavano l’eclisse, ma che ora, - con un trend positivo – si sta riappropriando dei suoi compiti, come Società che non delega!

§ 3- Eppure permangono ancora a livello nucleare gravi perturbazioni. Queste emergono con tutta la loro impetuosità nel momento cruciale nella separazione (il divorzio è già qualcosa che bene o male viene metabolizzato).

È in questo punto di rottura della unità familiare che vengono alla luce i modelli, i messaggi che abbiamo disordinatamente e senza intenzione sistemica elencati. Qui si dimostra il modo di intendere la vita in genere, non solo quella coniugale, lo stile da tenere. Ed ahimè la conflittualità in questa fase è alta, altissima. La cellula lacerata reagisce in modo non composto, preciso attraverso METASTASI.

Non sto qui a ricordare episodi atroci (e numerosi) di veri e propri crimini, sempre nei confronti delle persone più deboli (donne-bambini). Costituiscono uno spunto per riflessioni amare, non qui ed ora! La moglie, i figli come oggetto: o con me e senza di te!

Mi riferisco alla litigiosità pre-post e durante le procedure. I figli sono spugne dicevo, i figli sono creta: e nei loro occhi, nelle loro menti, nelle loro orecchie rimarranno, anche se RIMOSSI, comunque a livello inconsapevole, tanti traumi, tante ferite.

Per il cristiano (credente e praticante) il matrimonio è indissolubile; ma la realtà prende il sopravvento ed allora ecco qui la necessità di un medico delle anime, che possa aiutare la coppia per il bene dei minori, adulti in NUCE a gestire il processo di lacerazione che ormai – inutile nasconderlo – si è creato. L’Istituto della MEDIAZIONE FAMILIARE, se effettuata attraverso centri ed operatori competenti e capaci dà ottimi risultati nell’interesse superiore del MINORE.

Così come i matrimoni – sempre più spesso – vengono preceduti da una serie di incontri di FORMAZIONE e PREPARAZIONE, al fine di far pervenire i “fidanzati” al passo fatale del “sì” preparati e  consapevoli, sempre più oggi trova spazio questo tipo di intervento (che non può più essere amministrato dalla sola giustizia: GIUDICE DELLA SEPARAZIONE e AVVOCATI DELLE PARTI), necessario ed utile al fine di una RISOLUZIONE DEL VINCOLO MEDITATA ED ACCETTATA, attraverso attività di counsalting ed assistenza. Un po’ come le tecniche di buona sostanza che la crisi familiare non è più “AFFAIRE PRIVE”, In quanto vi è una dimensione SOCIALE DEL FENOMENO, che ha effetti a cascata oltre il caso individuale.

E benefici sono gli effetti di questa opera di intermediazione. Il che è anche in linea con la più avvertita dottrina e giurisprudenza – non solo familiare ma di tutto il giure – che qualifica l’opera del giudice non solo di GARANTE DELLA LEGALITÀ, ma anche – laddove sussistono MARGINI più o meno AMPI DI DISCREZIONALITÀ – di “MEDIATORI DEI CONFLITTI” dovendosi preferire, quando possibile, interventi DISCRETIVI CONCILIATIVI, a RISOLUZIONI AUTORITATIVE JUSSU JUDICIS. Oggi in molti tributali italiani il giudice della separazione e del divorzio (domani forse – non so – il c.d.  Tribunale della famiglia) si avvale sempre più di INTERVENTI ESTERNI (esperti) e sente i figli. Purtroppo però nonostante queste cautele i Tribunali per i minorenni sono costretti ad occuparsi di situazioni sempre più numerose di decisioni relative ai fanciulli di competenza delle istituzioni (... tribunali...) l’INTERRESSE SUPERIORE DEL MINORE DEVE AVERE UNA CONSIDERAZIONE PREMINENTE.

Oggi la formula riecheggia nell’articolo 1 Legge 4.5.1983 n. 184 –sull’ADOZIONE-  come modificato dalla legge n. 149/01 –“DIRITTO DEL FANCIULLO DI CRESCERE ED ESSERE EDUCATO NELL’AMBITO DELLA PROPRIA FAMIGLIA”- Cosa succede dunque? Che sempre più spesso un genitore separato adisce il Tribunale  per i minorenni (come si sa ha valenza distrettuale – io ad esempio quale Procuratore ho giurisdizione su tutta la LOMBARDIA ORIENTALE (BS-BG-CR CON CREMA-MN) per richiedere provvedimenti di tutela del figlio/i minore/i affidato/i all’altro coniuge in sede di separazione e/o divorzio per attività pregiudizievole.

E qui si apre una disputa, che richiede da parte di tutte le componenti (togate – non togate – SERVIZI etc.) un’alta professionalità e competenza (che qualcuno vorrebbe sopprimere) attraverso l’integrazione di più saperi (discipline giuridiche e psicologiche). Per inciso desidero segnalare che ormai da tempo immemore nel Trib. X i min.  vale la par condicio (i giudici onorari, sempre 2, devono essere SEMPRE 1 UNO E 1 DONNA!).

In pratica le doglianze più numerose sono incentrate ESSENZIALMENTE  su presunte  CONDOTTE IRREGOLARI DEL CONIUGE AFFIDATARIO (oggi – sarà stato già segnalato – è sempre più “in” il c.d. AFFIDAMENTO CONGIUNTO, che spesso crea, al Trib. Ord., un qualche piccolo problema, con un aumento della conflittualità, che da LATENTE diviene PERMANENTE  (sic!); nel dettaglio si denunziano:

  1. trascuratezze sul MINORE: (abbandono MATERIALE-MORALE);
  2. maltrattamenti sul minore;
  3. abusi sessuali, specie da parte del nuovo convivente;
  4. uso di droga;
  5. stili di vita consoni al MINORE (cassette porno – esibizioni di nudità etc.).

Trattasi di ELENCO NON ESAUSTIVO  (La fantasia è molto “sfrenata” in materia!). 

In “subiecta materia” un ruolo importante gioca la Procura minorile. Ex  lege è l’organo chiamato ad interloquire sempre. Le richieste della mia Procura sono sempre IMPRONTATE  ad un sano realismo, nella tensione verso la VERITÀ, da acquisire attraverso il modello del <>, e quindi PROCESSUALE, con le garanzie della difesa tecnica di tutte le parti. Quindi richieste di relazioni da parte dei Servizi sociali sul territorio, al fine anche di un eventuale SOSTEGNO DEL CONIUGE AFFIDATARIO, spesso in difficoltà – sia percorso educativo talvolta sia sul piano economico. Quindi:

A)  SOSTEGNO SOCIALE;

B)  SOSTEGNO EDUCATIVO;

C)  SOSTEGNO ECONOMICO;

D)  SOSTEGNO DOMICILIARE.

Altro input: MONITORAGGIO e quindi conclusioni. L’intervento del P.M. è di particolare rilevanza a fronte delle leggi NN. 149 150/2001, che hanno – finalmente – collocato il T.M. in una OGGETTIVA POSIZIONE DI TERZIETÀ, sottraendogli quei  POTERI OFFICIOSI che hanno sempre COSTITUITO UN PROBLEMA, per certi versi enfatizzato dalla stampa e dalla opinione pubblica, allarmate da alcune decisioni “fuori quadro”!

La critica – sempre ben accetta! – si incentrava ESSENZIALMENTE sulla formula:

 

 

INTERESSE DEL MINORE,

 

di cui spesso si dava una lettura ORIENTATA, non rispettosa dei diritti dei genitori biologici e delle loro garanzie. Trattandosi di “formula” (peraltro per amore di VERITÀ, sancita anche e costantemente dalla Giurisprudenza del GIUDICE DELLE LEGGI (ad es. la recente Corte Cost.  scivolasse INAVVERTITAMENTE nell’ARBITRIO (o peggio!).

L’interresse del MINORE era quasi una

 

 

CLAUSOLA DI STILE.

 

 

Oggi occorre invece APPLICARE tale “favor” in modo ponderato, bilanciato, motivato.  

Sempre “in thema” oggi la legge consente di ascoltare il MINORE che non sia privo di DISCERNIMENTO.

ASCOLTO talvolta DIRETTO, talvolta MEDIATO a ½ di un C.T., comunque SEMPRE finalizzato a sentire quali siano i suoi interessi, i suoi sentimenti, le sue volontà in relazione al processo che lo vede COINVOLTO, nonostante tutto. Una “METANOIA”  importante non solo a fini valutativi   ma anche informativi delle procedure e delle prospettive.

Il minore oggi se dodicenne, sempre, se di età inferiore in considerazione del DISCERNIMENTO ex  lege 149/01 finalmente ha acquistato IL DIRIDTO AD ESSERE SENTITO.

Una piccola RIVOLUZIONE, di fondamentale RILIEVO, specie in procedure come queste in cui giocano sentimenti deleteri di rivalsa, di vendetta, di tutto e di più!

La vexata quaestio  se il MINORE potesse essere considerato parte nei procedimenti, che lo riguardato, in quanto PERSONA (la maschera etc.), è ormai RISOLTA, sia in via legislativa che giurisprudenziale (cfr. Corte Cost: 22.X1.00-Legge N. 140/01).

Si afferma quindi che gli interessi del minore non sono adeguatamente tutelati dal P.M.  e ciò comporta – ex  art. 12 Conv. N. Y. – che il minore ha dei diritti – con un ruolo attivo ed una partecipazione reale nell’ambito di quei processi che lo coinvolgono direttamente ed individualmente; si delinea secondo alcuni un vero e proprio “STATUTO DEI DIRITTI DEL MINORE”.

L’audizione del minore, l’eventuale nomina di una curatore speciale (versandosi in tema di conflitto di interessi), la difesa tecnica assicurata con Avvocato d’ufficio (ex  lege 150/01  la riforma in materia andrà a REGIME, salvo proroghe, che sono UNA TECNICA TIPICAMENTE ITALIANA quella del RINVIO, a   GIUGNO 2003, FINALMENTE).

In questa fase oltre al MONITORAGGIO, dopo il supporto dei SERVIZI (comunali, provinciali, regionali – legge quadro 8.11.00 n. 328),  potrebbe rendersi necessaria una C.T., ed ancora più a MONTE l’indicazione di PRESCRIZIONI.

§ 4- Dopo la separazione, a riprova che “Dio creò l’uomo e la donna e trovò questa una buona cosa (importanza nel processo di sviluppo del minore di ENTRAMBE LE COMPONENTI), può aversi (si ha) che il figlio della in coppia entri in una fase di RISCHIO (“jeune en difficultè” “child at risk”).

Sono i PRODOMI – per fortuna non sempre ineluttabili – di una incipiente DEVIANZA:

-          DISTURBI NEL CARATTERE

-          DIFFICOLTÀ RELAZIONALI

-          DISAGIO SCOLASTICO

Sono problemi per la verità che si possono verificare anche in NUCLEI c.d. NORMALI, ma sono più elevati, statisticamente, in casi come quelli che si occupano. Spesso dipendono anche da una “incapacità genitoriale” non certo eclatante, ma di cattivo governo del MINORE.

E qui non mi dilungo sui “cattivi” comportamenti dei coniugi, che per “accaparrarsi” la “stima” (sic!), la “considerazione” (sic!) la “complicità” (sic!) del figlio, o per acquietare non mascherati sensi di colpa istituiscono con il figlio un RAPPORTO SBAGLIATO (in ciò aiutati, aiutatissimi dai MODELLI DI VITA DELLA SOCIETÀ).

Quindi la madre (che dovrebbe insegnare ad AMARE) ed il padre (che dovrebbe Insegnare a VIVERE) interpretano i momenti educativi e di affido come un RIEMPIRE di doni il fanciullo, anziché di AMORE. Oggi e non generalizzo – il bambino è abituato sin da piccolo al PIACERE (una volta di MOTTO era: PRIMA IL DOVERE, POI IL PIACERE; la regola era: L’ERBA VOGLIO NON CRESCE NEMMENO NEL GIARDINO DEL RE)- Vi è una superfetazione delle COMODITÀ SUPERFLUE.

E molti così trattati diventano Tiranni (ricordate BUZZATI – I 60 RACCONTI – “Il bambino Giorgio... era tenuto – Tutti vivevano in famiglia sotto l’incubo dei suoi capricci. Ciascuno voleva primeggiare in questa sfrenata ADORAZIONE”).

Ma il bambino cui si dà sempre RAGIONE, cui si compra TUTTO, non si lascia COMPRARE che apparentemente (imparate a dire per loro bene qualche NO!).

Sempre da BUZZATI “E guartelo che stella! L’ho sempre detto che Giorgio è un ANGELO!”. Disse la NONNA.

Ma il bambino li esaminò ad Uno ad Uno “e guardatelo che stella”, canterellò, facendo il verso...  “e guardatelo che stella” ripetè beffardo, uscendo dalla stanza.

TERRIFICATI, i grandi tacquero.

Per tornare al punto – dopo una disgressione letteraria – nel nostro O.G. sono previsti vari interventi, diversi da quelli puramente limitativi o ablatori della POTESTÀ: Si parla ormai da tempo – in funzione di un RECUPERO RELAZIONALE – di una RETE DI PROTEZIONE.

Essendo venuta meno la rete parentale e quella sociale (per intenderci quella del caseggiato, del condominio, del vicolo), ecco la SUPPLENZA DELLE ISTITUZIONI!

La base di partenza è l’esistenza in famiglie dissestate – o comunque laddove ci sia la separazione incapaci di governare l’adolescenza (la pre adolescenza) – di PREGIUDIZIO DEL MINORE quanto alla SALUTE, alla SICUREZZA, alla NORMALITÀ. Ma la gamma di DISAGIO GIOVANILE è più ampia, ricomprendendo – a mio avviso – anche il disturbo affettivo (ansia – depressione); il disturbo alimentare (bulimia – anoressia); l’aggressività; il bullismo; la prepotenza. Insomma tutte quelle forme di DISADATTAMENTO che ancora non si RAGGRUMANO in forme di DEVIANZA vera e propria, quali:

1)TEPPISMO

2)TOSSICOMANIA (leggera e/o pesante)

3)VITA SESSUALE PRECOCE E VIOLENTA

4)PROSTITUZIONE sino a fenomeni di

5)DELINQUENZA (ed intendo COMMISSIONE DI REATI).

E qui occorre – mi riferisco al DISAGIO – la prima SEGNALAZIONE AL P.M.M. – il punto di partenza sarà quasi sempre il S.S. (cui il genitore affidatario che si avvede di comportamenti non ortodossi normalmente si rivolge)- Sono sufficienti però anche SEGNALAZIONI SCOLASTICHE, PSICHIATRICHE, OSPEDALIERE (il disturbo potrebbe rilevarsi in occasioni di un intervento di Pronto Soccorso – di un ricovero etc)anche i CC, la P.S., il curato dell’oratorio (ho avuto un caso... DROGA-NUMBER ONE).

C’è una responsabilità MORALE anche del vicino!

Viene percepito che il ragazzo della “PORTA ACCANTO” presenta VISTOSE TURBE  che si manifestano in modo evidente.

Il P.M.M. è obbligato ad approfondire e comunque ad APRIRE un fascicolo da trasmettere al T.M. per i provvedimenti “autoritativi”, all’esito della istruttoria “GARANTITA”, ritenuti più IDONEI al  RECUPERO.

Anche qui la mia esperienza mi impone di essere chiaro: le MISURE AMMINISTRATIVE per IRREGOLARITÀ DELLA CONDOTTA E DEL CARATTERE DEL MINORE (le case di rieducazione chiuse dal 1.1.1978) sono in CRISI e comunque NON EFFETTUALI, in pratica l’affidamento del MINORE ai  S.S. – quasi sempre in VIA DI URGENZA.

La correzione morale imposta non sortisce risultati concreti, quale mezzi di lotta contro le CAUSE, in nome di una PREVENZIONE CORREZIONALE.

Le scienze psicologiche hanno ormai definitivamente e documentalmente provato – con basi scientifiche assolute – che la correzione passa attraverso la c.d. LIBERTÀ ASSISTITA (e non aggiungo altro) cioè progetti rieducativi non autoritativi – senza costruzioni di enclaves separate -.

Se la segnalazione presenta risvolti penali sempre il P.M.M. aprirà un fascicolo penale.

§ 6- Discorso particolarmente delicato – per le implicanze affettive e relazionali – è quello degli affidamenti familiari (c.d. affido).

Una premessa: trattasi di un istituto con finalità di FIRST-AIDE del minore e della sua famiglia, che si trovano in DIFFICOLTÀ TEMPORANEA (e sottolineo l’aggettivo), nella previsione prognostica, ma fondata su elementi plausibili e ragionevoli, che questa famiglia in tempi non lunghi possa “riavere” il minore. Si vuole cioè allontanare il m. da un ambiente familiare non idoneo.

Trattasi di COLLOCAMENTO PROVVISORIO, fondato su condotte della famiglia di origine, Non pregiudizievoli X IL MINORE – (ché se ci fosse pregiudizio si aprirebbero altri SCENARI!).

Va inoltre sottolineato che oltre al d. del minore di crescere nella propria famiglia come detto è espressamente previsto in base alla NOVELLA N. 149/01  che le “condizioni di indigenza dei genitori non possono essere di ostacolo all’esercizio del d. del minore su indicato”.

Bs è all’avanguardia in campo di affidi e di famiglie affidatarie, grazie a numerose associazioni – volontaristiche. Comunque la novella n. 149/01  detta anche un canone fondamentale: “Il diritto del m. a vivere nella propria famiglia È ASSICURATO senza distinzione di sesso, di etnia, di lingua, di religione e nel rispetto della identità culturale del m.  e comunque non in contrasto con i principi fondamentali dell’O.G.”. Allorché la famiglia non sia in grado di provvedere alla educazione ed alla crecita del figlio minorenne si applicano gli istituti dell’affido. Privilegia la legge l’affido etero-familiare.

Orbene nel caso di minori di genitori separati, difficilmente e solo in casi estremi l’istituto potrà applicarsi. Quasi sempre, in casi di inadeguatezza del genitore affidatario, verranno, se accertati, imposte delle PRESCRIZIONI ed il supporto del S.S., che diventa in pratica l’ORGANO DI CONTROLLO, il braccio della giustizia. Il limite è di 24 MESI salvo proroga! (art. 4 n.4 L. ADOZIONE).

Quale la casistica dell’affido etero-familiare?

Svariate le cause che possono affliggere i genitori “INADEGUATI”:

1)Carcere;

2)Disoccupazione (con mancanza di REDDITO);

3)Sfratto;

4)Incuria Sistemica;

5)Alcolismo – droga.

L’affido NATURALMENTE non spezza i legami con la famiglia di origine che ha i diritti di legge e quindi anche quella di vedere periodicamente il m..

§ 7- la devianza penale dei minori di famiglie separate è abbastanza preoccupante. Quando la governance è affidata – come suole nella stragrande de maggioranza dei casi – ad un solo genitore, le vie della criminalità (micro) sono “spalancate”. Lo spinello, se non costituisce reato, nel quantità media giornaliera può però costituire stimolo allo spaccio (specie di acido lisergico ed ecstasy) per procurarsi una certa quantità di denaro. Si diventa così pusher.

Diffuso è anche il VANDALISMO e la violenza sessuale in branco (è da notare peraltro che la legge sulla violenza sessuale – è ritenuto giustamente delitto c/o la persona – ritiene tale qualsiasi toccamento lascivo!). le rapine di cellulari e quant’altro (status-symbol)in danno di coetanei! Il furto nei supermarket di beni di consumo ritenuti particolare appetibili (CD – capi di abbigliamento etc.).

In tutti questi casi, il genitore affidatario è per così dire spaesato ed impotente. Il P.M.M. – avvalendosi dei poteri propri attribuitigli dalla legge – può anche aprire UN CIVILE, avvalendosi di relazioni da parte dei  SS. SS. Per accertare le cause del fenomeno attraverso uno studio sulla personalità del M.  E sulle condizioni sociali e familiari. Sono tutte attività dirette al “benessere” del minore, al suo recupero, altre ed al di là della pena.

Sempre in sede penale istituti importanti sono:

1)l’irrileranza del fatto;

2)la messa alla prova;

§ 8- Sull’abuso dai mezzi di corruzione la realtà specifica ha – dopo benemeriti servizi quali il telefono azzurro – la questione oggi quasi interamente RIGUARDA L’IMMINISTRAZIONE.

§ 9- Conclusioni: è da tempo in atto un dibattito sulla funzionalità del T.M. ciò in quanto il T.M. PRIMA DELLA MODIFICA DELL’ART. 111 Cost. e delle NOVELLE 149 e 150 del 2001 era munito di poteri officiosi, con un rapporto di stretta connessione del momento giudiziario con quello amministrativo (servizi).

Il T.M. aveva quindi subito un parziale “offuscamento” della sua TERZIETÀ.

Oggi vi è un recupero, avendo il legislatore riconosciuto poteri di impulso nel giudizio civile al P.M.M..

La tesi quindi che il T.M. era (è) OSTAGGIO dei Servizi dovrebbe ritenersi ormai infondata.

Il T.M. conserva pur sempre il ruolo di “protettore della infanzia e della gioventù” (sent. Corte Cost. n. 222/83 cit.)  ma in posizione di GARANTE, sotto la VIGILANZA del P.M.M. per l’attuazione del GIUSTO PROCESSO.

Il poter “sovrano” di protezione si è affievolito e mi auguro “scomparso”.

§ 10- Spero di aver risposto alle V/S aspettative. Se non ci sono riuscito per intrinceca debolezza ma e se – peggio – vi ho annoiato, concluderò con la celeberrima frase manzoniana:

 

“non lo si è fatto apposta”.

 

(*) Il Dott. Emilio Quaranta è deceduto in Brescia il 17 marzo 2015, all'età di 73 anni. Ne vogliamo qui ricordare affettuosamente le doti umane e professionali.