14 marzo 2007 - Cristiani e politica

L'esperienza di un ex Sindaco

Il 2 marzo scorso ho tenuto all’Università Cattolica una conversazione nell’ambito del Corso di formazione “Cives” sulla mia esperienza di Sindaco di Piacenza, nel corso della quale ho esposto succintamente (dovendo lasciare spazio al co-relatore, dott. Gianluigi Molinari, sindaco di Vernasca) ciò che, secondo me, differenzia il centro destra dal centro sinistra, ossia il principio di sussidiarietà.  Tale principio (che è stato l’elemento guida della mia amministrazione di centro destra) postula che partendo dalla persona e dalla famiglia, che sono le cellule primarie e fondamentali della società, e salendo alle formazioni sociali e politiche più complesse, vi deve essere piena libertà di organizzazione ed azione dei soggetti minori, i quali non devono subire alcuna interferenza da parte dei soggetti maggiori. Questi, dovranno intervenire in aiuto dei primi (con idonei provvedimenti e/o finanziamenti), solo quando essi non saranno in grado, per difficoltà organizzative o economiche, di raggiungere gli obiettivi.

In tale occasione, ho sostenuto che la ideologia che guida il centro sinistra è caratterizzata invece da una costante programmazione, che traccia sempre dettagliatamente la strada che i soggetti minori della società devono seguire, al punto da soffocare ogni autonomia e creatività, e da comprimere pensieri e sentimenti.

Facendo seguito a tale conversazione, desidero inserirmi nel Forum del Nuovo Giornale con il mio punto di vista sull’approccio dei cristiani alla politica, partendo dalla considerazione che questa deve tendere a valorizzare i desideri  con i quali l’uomo cerca di costruire il proprio domani e a sviluppare, al centro della società, la creatività sociale.

Il cristiano deve reagire al dirigismo politico, che inevitabilmente spegne la creatività della persona e ne appiattisce il desiderio di migliorare la condizione, richiamandosi alla “Centesimus annus”, dove la creatività umana è considerata come un’immagine del Creatore nell’uomo. La politica deve tendere a favorire la creatività dal basso e la nascita di comunità intermedie; le quali, hanno un primato di fronte allo Stato, perché esprimono la libertà di coloro che si sono associati, spinti dal senso religioso e dalla consapevolezza di soddisfare meglio, quando operano insieme, i comuni desideri.

Per conseguire obiettivi sostenuti da valori condivisi da tutti (che si incarnano nelle opere), occorre valorizzare le comunità intermedie e caratterizzare il potere come servizio. In tal senso si realizza la vera sussidiarietà e lo Stato (la Regione, il Comune) dovrà intervenire solo laddove l’uomo (la comunità) non riesce a realizzare gli obiettivi.

Il cristiano deve tener presente che la democrazia è dialogo, ma non ricerca della omogeneità ad ogni costo, così che, nelle scelte politiche, deve sempre seguire il Magistero; mai fare interpretazioni personali; mai rinunciare ai principi in cui crede (per seguire la linea “tralasciamo ciò che ci divide per guardare a ciò che ci unisce”); deve essere animato da serietà appassionata, aperto alla ricerca del vero, nella identità dei valori tradizionali e soprattutto dare con le opere testimonianza  di ciò in cui crede.

Il criterio cristiano di socialità si fonda sul rispetto e sulla tutela degli altri uomini perché essi sono nati da Dio e sono destinati a Dio: per questo il politico deve sviluppare il dialogo con il proprio simile e affermare l’amore per la vita; deve farsi guidare nella propria azione dalla coerenza, come elemento morale che parte dalla certezza dei principi, senza mai seguire l’interesse del momento. Se dimentica il principio di moralità, anche la sua solidarietà diventa provvisoria e fine a sè stessa.

Quando il potere non serve all’uomo, ma segue interessi particolari, inevitabilmente si fa avversario di chi opera per affermare un ideale di umanità migliore; di chi difende la vita; di chi vuole tutelare la famiglia. Occorre allora che il cristiano, specialmente se opera in politica, reagisca, facendo valere con coraggio e fermezza i valori cristiani.

Piacenza 14 marzo 2007.

Gianguido Guidotti

Presidente Unione Giuristi Cattolici PC