17 febbraio 2015 - Le oche del Campidoglio

La distruzione della famiglia e della civiltà occidentale

Cole Thomas - The course of empire destruction - 1836
Cole Thomas - The course of empire destruction - 1836

Come, se non ricordo male, racconta Dante Alighieri nel Monarchia, furono le oche del Campidoglio a svegliare, starnazzando, i difensori di Roma, dormienti, quando i Galli stavano per invadere la Città Eterna. Chissà, si chiede Dante, che ne sarebbe stato dell’ Occidente, senza l’allarme lanciato dalle oche? Roma sarebbe stata messa a ferro e fuoco, ed il suo impero collassato. Come il Tempio di Gerusalemme, quando fu invaso e distrutto da Nabucodonosor. A quel tragico evento, narrato dal profeta Daniele, si riferiva Gesù, come racconta l’Evangelista Matteo (24, 15), quando parlava, profeticamente, dell’abominio della desolazione stare nel luogo santo (il vocabolo ‘desolazione’ è stato modificato in ‘devastazione’ nell’attuale versione CEI della Bibbia, ma la traduzione della parola nel testo greco significa entrambe le cose). La distruzione del Tempio di Gerusalemme simboleggia la distruzione di un altro tempio, il Tempio dello Spirito Santo che è l’uomo, il suo corpo, creato – nella differenza sessuale - maschio e femmina. Nella famiglia, trinità domestica, è infatti impressa l’immagine di Dio, abbiccì per comprenderne, con linguaggio comprensibile all’uomo, fatto di segni e dinamiche naturali e biologiche, l’amore. Distrutta la famiglia, distrutta l’immagine di Dio. Cambiato il linguaggio, la realtà ed i suoi rimandi metafisici diventano inintelligibili, e la ragione rimane preda delle sue degenerazioni, a volte deliri. Il disegno di legge sulle unioni civili e le convivenze di fatto attualmente all’esame della Seconda Commissione Giustizia del Senato sta introducendo nel nostro ordinamento il matrimonio omosessuale, e matrimonializzando ogni tipo di convivenza, anche di puro fatto, more uxorio. Sancire che il matrimonio è accessibile anche a coppie dello stesso sesso, oltre che essere incostituzionale, significa sovvertire artificialmente il linguaggio naturale ed attestare, falsamente, che le dinamiche famigliari, uniche ed irripetibili, presenti in natura, siano un fatto solo culturale che può essere modificato a piacimento dall’uomo. Vuol dire mettere al bivio (ormai trivio, o quadrivio) delle scelte di vita delle persone, quando le stesse vogliano instaurare con altri una comunione totale di vita, un cartello indicatore su strade incerte o senza uscita che, lungi dal portare alla felicità ed alla piena realizzazione personale, rischiano di innescare labirinti e condurre a fosse esistenziali nelle quali pian piano si sprofonda, assieme alle persone care a cui si è legati, inconsapevolmente, anestetizzati dal pensiero unico dominante e dalla sensazione di dovervisi adeguare. Giuridicamente, e questa è la notizia, con l’approvazione del DDL sulle unioni civili, il matrimonio omosessuale e le convivenze matrimoniali stanno per irrompere nel campo che l’art. 29 della Costituzione riserva alla famiglia naturale (illegittimamente, perché prima di introdurre il matrimonio omosessuale bisognerebbe cambiare la Costituzione per la quale, con il rinvio alla società naturale, checché ne dicano le Corti europee, il matrimonio rimane essenzialmente eterosessuale). Sul piano sociale, l’irruzione culturale e simbolica del matrimonio omosessuale (che implica necessariamente la rivisitazione legale e tecnocratica dei rapporti di genitorialità e di filiazione, spalancando le porte al mercato dei gameti, degli uteri e degli esseri umani) e delle convivenze matrimonializzate (piccoli matrimoni a due velocità posti sugli scaffali del supermarket del così frainteso amore umano), nel matrimonio e nella famiglia, simboli archetipici e sorgivi della famiglia umana e della società, sta per divenire una realtà legalmente sancita. In questo possiamo simbolicamente contemplare l’abominio biblico della devastazione stare nel Luogo Santo, cioè nel corpo dell’uomo creato, a immagine di Dio, maschio e femmina. Vale a dire nella distruzione della famiglia. Questo è quello che si sta preparando nella nostra società. Mi chiedo se di questo siamo sufficientemente consapevoli. I difensori della famiglia, forse, come le sentinelle romane, dormono. Se è così, occorre che si destino.

Livio Podrecca

Piacenza, 17 febbraio 2015.